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Batterie
BATTERIE E MOTORI, GIOIE E DOLORI...
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Testo
<blockquote data-quote="eRAD77" data-source="post: 405317" data-attributes="member: 879"><p> <ul> <li data-xf-list-type="ul"><strong><span style="font-size: 18px">Cosa possiamo fare concretamente</span></strong></li> </ul> <ol> <li data-xf-list-type="ol">Dopo un (più o meno lungo) periodo di inutilizzo della batteria fare un ciclo di carica (anche breve) prima di utilizzarla. Prima caricare, poi scaricare.</li> <li data-xf-list-type="ol">Se ne abbiamo la possibilità, se la cosa è compatibile con le nostre abitudini, i nostri percorsi, la nostra ansia da ricarica, etc. preferire il range 20-80% per l’utilizzo standard, lasciando le cariche al 100% per i giri più lunghi. Il “20-80” è il miglior compromesso possibile tra autonomia e degrado della batteria. Quello ideale sarebbe dal 60% circa al 75%, ma è chiaro che vorrebbe dire rinunciare quasi all’80% della capacità e non stiamo cercando di battere un record, ma di andare in bici. Quindi, se possibile, 20-80. 25-75? Meglio ancora.<br /> Una “profondità di utilizzo” del 60% di capacità (20-80) può raddoppiare la longevità di una batteria utilizzata sempre al 100% della capacità, in termini di cicli di ricarica.</li> <li data-xf-list-type="ol">Meglio 13 ricariche parziali di una completa.</li> <li data-xf-list-type="ol">Preferire sempre una carica lenta.</li> <li data-xf-list-type="ol">In caso di carica al 100% (se saltuaria) possiamo approfittare per lasciare il tempo al BMS di fare il bilanciamento delle celle. Non stacchiamo appena raggiunto il 100%, ma lasciamo che la fase di carica sia effettivamente conclusa ed evidenziata a display. Basta una volta al mese o anche meno, non serve bilanciare ossessivamente.</li> <li data-xf-list-type="ol">Non ci sono particolari problemi a lasciare il caricabatterie collegato per diverse ore a fine carica. Il “danno” è già stato fatto con la ricarica al 100%, raggiunta la quale il caricabatterie stacca, la carica termina e non c’è rischio di sovraccarico.</li> <li data-xf-list-type="ol">In caso di lungo inutilizzo, possibilmente mantenere la batteria al fresco e con circa il 40% di carica residua. Meglio più carica che più calda. Meglio meno carica che più calda. Insomma, il calore è il nemico numero uno.</li> <li data-xf-list-type="ol">La batteria può stare alloggiata nella bici nel box non riscaldato in inverno? Sì, a patto che non si scenda sotto lo zero, che l’umidità non sia fotonica e che poi venga sottoposta ad una ricarica lenta o ad un utilizzo inizialmente accorto, senza partire a manetta, insomma.</li> <li data-xf-list-type="ol">…</li> </ol><p></p><p></p><p></p><p></p><p><strong><span style="font-size: 18px">Postfazione:</span></strong></p><p>Quanto scritto (semplificazioni permettendo) ha primariamente un intento divulgativo, non ha alcuna intenzione ingiuntiva o terrorizzante.</p><p>Per la batteria di un’eBike, che spesso viene sostituita prima ancora di poter avvertire gli effetti di degrado durante l’utilizzo o che comunque ha un costo di sostituzione relativamente ridotto, tutte le precauzioni indicate possono sembrare (o essere…) eccessive. Ma l’elettrificazione non finisce con le eBike e - salvo future auspicabili rivoluzioni nel campo degli accumulatori - presto o tardi si avrà a che fare con sistemi Li-Ion che DEVONO durare affinché l’investimento fatto sia vantaggioso. Quindi dal mio punto di vista conviene conoscere, piuttosto che ignorare, anche se al momento non abbiamo intenzione di seguire alcun suggerimento o adottare precauzioni particolari.</p><p>Personalmente parlando, oltre a due eBike, ho due auto elettriche ed un sistema di accumulo per il fotovoltaico da gestire e non si parla più di alcune centinaia di euro per sostituire la batteria Bosch/Specialized, ma di decine di migliaia di euro a botta e di piani di rientro che vanno ben oltre la durata media di una bici.</p><p>Le auto le tratto seguendo i “miei” stessi consigli, mentre per l’accumulo ho scelto una soluzione con celle LFP che sono meno sensibili alla profondità di carica e ne ho limitato la scarica al 20% via software.</p><p>Tra dieci anni (se ci sarò ancora…) potrei trovarmi con un sistema di accumulo al 70% di capacità residua o con un catafalco già da tempo inutilizzabile.</p><p></p><p></p><p><strong><span style="font-size: 18px">P.S.</span></strong> Ho scritto di getto, insonne, ho riletto quanto scritto e corretto il possibile, ma <s><span style="font-size: 12px">oltre ad annoiarmi da solo</span></s> potrei aver comunque seminato diversi refusi.</p><p>Potrei essere passato dal plurale maiestatis al futuro anteriore con accento svedese nella stessa frase, quindi abbiate pazienza.</p><p></p><p>Un saluto a chi leggerà.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="eRAD77, post: 405317, member: 879"] [LIST] [*][B][SIZE=5]Cosa possiamo fare concretamente[/SIZE][/B] [/LIST] [LIST=1] [*]Dopo un (più o meno lungo) periodo di inutilizzo della batteria fare un ciclo di carica (anche breve) prima di utilizzarla. Prima caricare, poi scaricare. [*]Se ne abbiamo la possibilità, se la cosa è compatibile con le nostre abitudini, i nostri percorsi, la nostra ansia da ricarica, etc. preferire il range 20-80% per l’utilizzo standard, lasciando le cariche al 100% per i giri più lunghi. Il “20-80” è il miglior compromesso possibile tra autonomia e degrado della batteria. Quello ideale sarebbe dal 60% circa al 75%, ma è chiaro che vorrebbe dire rinunciare quasi all’80% della capacità e non stiamo cercando di battere un record, ma di andare in bici. Quindi, se possibile, 20-80. 25-75? Meglio ancora. Una “profondità di utilizzo” del 60% di capacità (20-80) può raddoppiare la longevità di una batteria utilizzata sempre al 100% della capacità, in termini di cicli di ricarica. [*]Meglio 13 ricariche parziali di una completa. [*]Preferire sempre una carica lenta. [*]In caso di carica al 100% (se saltuaria) possiamo approfittare per lasciare il tempo al BMS di fare il bilanciamento delle celle. Non stacchiamo appena raggiunto il 100%, ma lasciamo che la fase di carica sia effettivamente conclusa ed evidenziata a display. Basta una volta al mese o anche meno, non serve bilanciare ossessivamente. [*]Non ci sono particolari problemi a lasciare il caricabatterie collegato per diverse ore a fine carica. Il “danno” è già stato fatto con la ricarica al 100%, raggiunta la quale il caricabatterie stacca, la carica termina e non c’è rischio di sovraccarico. [*]In caso di lungo inutilizzo, possibilmente mantenere la batteria al fresco e con circa il 40% di carica residua. Meglio più carica che più calda. Meglio meno carica che più calda. Insomma, il calore è il nemico numero uno. [*]La batteria può stare alloggiata nella bici nel box non riscaldato in inverno? Sì, a patto che non si scenda sotto lo zero, che l’umidità non sia fotonica e che poi venga sottoposta ad una ricarica lenta o ad un utilizzo inizialmente accorto, senza partire a manetta, insomma. [*]… [/LIST] [B][SIZE=5]Postfazione:[/SIZE][/B] Quanto scritto (semplificazioni permettendo) ha primariamente un intento divulgativo, non ha alcuna intenzione ingiuntiva o terrorizzante. Per la batteria di un’eBike, che spesso viene sostituita prima ancora di poter avvertire gli effetti di degrado durante l’utilizzo o che comunque ha un costo di sostituzione relativamente ridotto, tutte le precauzioni indicate possono sembrare (o essere…) eccessive. Ma l’elettrificazione non finisce con le eBike e - salvo future auspicabili rivoluzioni nel campo degli accumulatori - presto o tardi si avrà a che fare con sistemi Li-Ion che DEVONO durare affinché l’investimento fatto sia vantaggioso. Quindi dal mio punto di vista conviene conoscere, piuttosto che ignorare, anche se al momento non abbiamo intenzione di seguire alcun suggerimento o adottare precauzioni particolari. Personalmente parlando, oltre a due eBike, ho due auto elettriche ed un sistema di accumulo per il fotovoltaico da gestire e non si parla più di alcune centinaia di euro per sostituire la batteria Bosch/Specialized, ma di decine di migliaia di euro a botta e di piani di rientro che vanno ben oltre la durata media di una bici. Le auto le tratto seguendo i “miei” stessi consigli, mentre per l’accumulo ho scelto una soluzione con celle LFP che sono meno sensibili alla profondità di carica e ne ho limitato la scarica al 20% via software. Tra dieci anni (se ci sarò ancora…) potrei trovarmi con un sistema di accumulo al 70% di capacità residua o con un catafalco già da tempo inutilizzabile. [B][SIZE=5]P.S.[/SIZE][/B] Ho scritto di getto, insonne, ho riletto quanto scritto e corretto il possibile, ma [S][SIZE=3]oltre ad annoiarmi da solo[/SIZE][/S] potrei aver comunque seminato diversi refusi. Potrei essere passato dal plurale maiestatis al futuro anteriore con accento svedese nella stessa frase, quindi abbiate pazienza. Un saluto a chi leggerà. [/QUOTE]
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