Ebikes: design, futuro e problematica sentieri secondo Specialized

Siamo stati al quartier generale di Specialized a Morgan Hill, in California, per una chiacchierata con il manager del settore MTB, Joe “Buck” Buckley, e con il global manager delle pubbliche relazioni, Sean Estes. Da quando le eBike hanno fatto la loro comparsa nel mondo delle due ruote, hanno causato un certo fermento. Come marchio che certo non si è mai mostrato timido davanti alle controversie, Specialized è stato un forte sostenitore delle bici a pedalata assistita. Nel marzo del 2016 ci hanno invitato a un press camp durante il quale abbiamo guidato la Levo sui trail OHV a Moab.

La Turbo Levo di Specialized

Dato che l’accesso ai trail è concesso raramente e poco facilmente dallo stato, i mountain biker statunitensi hanno una giustificata apprensione nei confronto delle eBike. Ci sono state numerose reazioni negative contro di loro e nelle prossime settimane intervisteremo una manciata di persone del settore nel tentativo di fare luce su questo tema caldo. È imperativo che i media assumano una posizione oggettiva e svolgano un ruolo nel chiarire argomenti come la classificazione e le limitazioni legali riguardanti i vari governi. Esamineremo il punto di vista di sostenitori, oppositori e anche delle persone coinvolte direttamente sui trail. Inoltre, dato che le eBike sono in una fase ancora iniziale, proveremo a scoprire cosa ci attende il futuro dal punto di vista del design, per soddisfare anche il nostro spirito di bike nerd. Comunque, ecco cosa hanno da dire Sean e Buck sull’argomento.

Sean sulla sinistra e Buck a destra.

MTB-Mag: In quanto grosso marchio che ha preso una forte posizione pubblica a favore delle eBike, molti rider che potrebbero assumere una qualsivoglia posizione neutrale sull’argomento stanno fondalmentalmente ponendo su di voi (produttori in generale) la responsabilità di risolvere alcuni problemi. Realisticamente, quanto un brand può addentrarsi in un tale ginepraio quando si tratta di risolvere problemi legati a ogni singola rete di sentieri degli Stati Uniti o addirittura del mondo? La responsabilità non dovrebbe essere degli stessi utilizzatori di eBike?

Sean: Direi che non c’è una grande differenza rispetto alle mountain bike tradizionali. Molti produttori fanno un grande lavoro con organizzazioni affermate come per esempio la IMBA, con la quale collaboriamo da diverso tempo. Ci sono un sacco di privati che sostengono la IMBA ma anche molti produttori di bici. Dovrebbe essere uno sforzo congiunto. Il nostro interesse come marchio è principalmente il riding ma non ci sono ragioni per cui il business non possa essere sia redditizio che socialmente responsabile.

Buck: Probabilmente potremmo imparare qualcosa dall’industria delle moto. Ho un amico che lavora per Honda e investe molto tempo sugli aspetti dell’advocacy. In quel settore, tutti i principali produttori sono legati nel lavorare con i legislatori nel tentativo di mantenere aperti i percorsi dopo aver perso un gran numero di accessi negli anni ’90. Finora ci sono stati alcuni impegni iniziali da parte del BPSA che hanno aiutato a determinare una classificazione nella categoria eBike.

MTB-Mag: Se si guarda alla MTB nel suo complesso e da dove è iniziata, le eBike hanno un enorme vantaggio che è quello di nascere dopo che le bici tradizionali hanno fatto da pioniere con grandi risultati a livello di ricerca e sviluppo. Parlando in generale, abbiamo fatto grossi balzi in avanti con sospensioni, impianti frenanti, trasmissioni, reggisella telescopici e tanto altro. Considerando che le eBike sono ancora praticamente agli esordi, dal punto di vista delle performance, quale pensate che potrà essere la svolta nei prossimi anni? Dimensioni della batteria? Durata della batteria? Riduzione del peso del telaio? Miglioramenti delle interfacce utenti? Integrazioni più eleganti?

Buck: Sai, è vero che le eBike hanno goduto di una sorta di vantaggio e in America pensiamo che siano un fenomeno abbastanza recente ma in Europa sono in giro già da diverso tempo. Quando abbiamo iniziato a lavorarci sopra 4 anni fa, abbiamo comprato dei prodotti di un po’ di concorrenti ed è stato entusiasmante per noi perché abbiamo visto un’enorme opportunità per migliorarli. Dopo aver spaccato il capello per anni tra le Stumpy le Enduro, è stato emozionante pensare: “Wow, questo è come trovare dei frutti maturi su dei rami bassi, possiamo creare dei prodotti davvero fighi e rivoluzionari.”

Al punto in cui siamo ora, ci sono infinite cose che possiamo fare, come cambio elettronico integrato, reggisella telescopici elettronici, comandi delle sospensioni elettronici e magari l’obiettivo potrebbe essere una centralina che permetta a tutti i componenti di relazionarsi tra loro. Ci vorrà un po’ di tempo… in entrambe le categorie, strada e MTB, il cambio elettronico è ancora appannaggio di una cerchia ristretta. Fornire questa tecnologia a un biker medio che spende 3.000 Euro su di una MTB tradizionale è tuttora una sfida, quindi ci vorrà del tempo, specialmente considerando l’intrico di fattori di una eBike.

Ci sono certamente cose delle quali si è ancora discusso poco in merito alle batterie e alla potenza. Per esempio, se si varia il peso complessivo che la bici deve muovere, quanta batteria si ha realmente bisogno per alimentarla?

L’assistenza della Turbo Levo si lascia impostare attraverso un’app dedicata.

MTB-Mag: Quindi, diminuendo il peso delle bici, diventeranno un po’ più divertenti e reattive in discesa?

Buck: Bene, mettiamola in questo modo: se mia moglie e io usciamo per un giro in eBike, con lei che pesa 20kg meno di me, lei avrà più carica residua alla fine del giro. Il maggior limite è il peso del rider. C’è ancora molto da imparare qui. Molta della tecnologia proviene da motori modificati da applicazioni preesistenti quali gli alzacristalli elettrici. C’è grande margine di miglioramento sui motori, rispetto a ciò che esiste oggi.

MTB-Mag: Ritieni che ci sarà una richiesta di eBike ad alte prestazioni nei prossimi anni, se e quando queste verranno maggiormente accettate? Arriverà il giorno in cui il l’utilizzatore medio di bici da enduro monterà in sella a una eBike da 16kg con l’85% delle prestazioni in discesa rispetto ad una bici tradizionale ma con abbastanza batteria da spingerlo su per salite da oltre 1.000m di dislivello nella metà del tempo? Considerando un confronto metaforico tra utilitarie e supersportive, che direzione si sta prendendo, parlando genericamente?

L’autore sulla Levo mentre pedala lo Slickrock Trail di Moab

Buck: Sì e no. Per un certo tipo di utilizzo, un gran numero di rider avrebbe bisogno di più potenza di quanto si potrebbe pensare. Dai uno sguardo alle salite nella Demo Forest (si trovano vicino alla sede di Specialized – ndr) e vedrai un sacco di persone che spingono la loro bici. È difficile da prevedere ma penso che potrebbe essere un po’ come nelle moto quando hai un 250 o un 450. Quelli più allenati possono indirizzarsi verso un modello più leggero e dalle performance più elevate mentre gli altri rider potrebbero optare per maggiore potenza e durata della batteria. Certamente non penso che ci sarà una suddivisione come quella che abbiamo attualmente con le MTB tradizionali che copre un range formato da Epic, Camber, Stumpjumper ed Enduro. Una volta che si ha la pedalata assistita, la gente tende a scordare la necessità di avere materiale leggero. Molti rider non si preoccuperanno di utilizzare bici con più di 150mm di escursione.

Sean: Vista da un’altra prospettiva, penso che ci sia un mercato per i rider che cercano un’esperienza realmente diversa e a cui non interessa molto avere una bici da quasi 20kg. Per esempio, recentemente ho incontrato un ragazzo su una Levo che si portava ben DUE batterie di riserva nello zaino per affrontare giri assolutamente impegnativi. Si tratta di un’esperienza unica. Se guardi uno dei nostri trail locali chiamato Henry Coe, non è considerato bellissimo in termini di qualità del trail e raggiungerlo è estenuante per via della distanza, ma è un’area vasta e bellissima in cui girare. Quindi una cosa da tenere in considerazione è che invece che fare giri a fuoco solcando la stessa zona a ripetizione, si può espandere il proprio territorio di riding attraverso nuovi trail legali, esplorando di più e spalmando i danni su un territorio più ampio. Questo tipo di bici aprono la viabilità a un maggior numero di terreni che in precedenza non erano molto accessibili alla maggior parte della gente.

Un altro fattore rilevante è quanto tempo i mountain biker impiegano a raggiungere i loro trail. Per esempio, sia tu (Ian Collins, autore dell’intervista – ndr) che io abitiamo ad Aptos, California. Se decidessimo di guidare verso la zona ovest di Santa Cruz, c’è una grande probabilità di trascorrere un’ora guidando in pianura, oltre 22km su asfalto. Mi piacerebbe vedere i dati di quanto impieghi il rider medio guidando per raggiungere la sua area di riding per poi confrontarli con quelli di qualcuno che utilizza l’eBike per raggiungere gli stessi trail con maggior rispetto per l’ambiente, etc.

Le eBikes risultano un po’ come un livellatore e se sei un appassionato, probabilmente vorrai condividere questo tipo di esperienza con gli amici. Le eBike servono inoltre per portare sui trail tutti coloro che non sono esperti di mountain bike, oltrepassando l’iniziale barriera del livello di allenamento.

Sempre a Moab, sul Amasa Back trail.

MTB-Mag: Le eBike hanno tantissimo potenziale per poter ridurre l’inquinamento fornendo un mezzo di locomozione “pulito” ai pendolari, in particolare nelle grandi città. Noi pensavamo che le aziende si sarebbero concentrate di più nello sviluppo e promozione di questo tipo di bici piuttosto che in bestie da 180mm di escursione come la Turbo Kenevo. Dove abbiamo sbagliato?

Buck: È quello che è successo per anni prima che noi scendessimo in campo, in particolare fra i pendolari in Europa. Uno dei motivi per cui le eMTB funzionano bene in Europa è proprio perché le bici elettriche sono già in uso da tempo fra i pendolari. Qui in America i pendolari non si muovono molto in bici, quindi tutto è più lento sotto questo aspetto.

Sean: Ci sono alcuni fattori complicati, come i costi elevati al momento. La Turbo Vado (bici da commuting di Specialized – ndr) è una bella opzione, ma alcuni problemi di infrastruttura non si possono ignorare, in primis il dover condividere la strada con le automobili. E poi, dove lasci la bici? Come la porto su nel mio appartamento al sesto piano se pesa 25 kg? Molte persone usano la macchina semplicemente per il fatto che è un’abitudine. Qual è la spinta al cambiamento? Devi essere una persona convinta di quello che fa e dalle vedute aperte.

MTB-Mag: Ok, ora dobbiamo vestire i panni dell’avvocato del diavolo. C’è un gran numero di rider che non è necessariamente contrario alle eBike, almeno non per motivi razionali, ma che possono intuire a cosa possano portare, sapendo che se le cose andranno male si arriverà sicuramente alla chiusura dei trail o, in altri casi, a problemi di accessibilità ai sentieri. Ci sono pedoni arrabbiati e sostenitori incalliti dell’ecologia che, a livello locale, odiano indiscriminatamente le eBike senza voler approfondire aspetti positivi e negativi.

Sean: Comprendo totalmente la realtà della situazione, ma ciò che mi infastidisce è che sono consapevole che nessuno dei loro argomenti è valido, ma penso che parlare di tutti questi argomenti è imperativo e l’educazione è il fattore chiave.

MTB-Mag: Ok, Buck: ora una domanda tecnica per te. In che modo il peso della batteria influenza il sistema di sospensione? Chiedete dei setting più duri per fare fronte alla maggiore massa? Utilizzate viti e componenti più massicci per reggere il maggiore stress? Vedremo ulteriori nuovi standard per porre rimedio a questi aspetti?

La Specialized Turbo Vado 6.0. Se abitate in città, questa è un’ottima alternativa per contribuire nella diminuzione del traffico veicolare e dello smog.

Buck: Non modifica realmente il comportamento della sospensione. Più che altro si tratta di distinguere le masse sospese da quelle non sospese. C’è bisogno di idrauliche più sostenute e volumi di aria inferiori per sostenere il maggiore peso, quindi no, in effetti non abbiamo modificato i cinematismi per adeguarli alle eBike. Per quanto riguarda i nuovi standard, al giorno d’oggi non possiamo lamentarci che le bici siano poco rigide ma comunque ci sono alcune compagnie che stanno lavorando su sospensioni specifiche per eBike nell’intento di minimizzare la flessibilità. Con motori più specifici le batterie stanno diventando più efficienti e se dovesse arrivare un nuovo standard, sarebbe ugualmente applicabile a MTB ed eMTB.

MTB-Mag: Con l’apparizione delle eBike, avete variato l’allocazione delle risorse in termini economici? Se sì, quanto state destinando alle eBike in generale? Nei prossimi anni pensate che questi numeri possano assottigliarsi oppure crescere?

Buck: Non posso parlare anche per le altre aziende ma nel nostro caso non abbiamo avuto una variazione di risorse di per sé, abbiamo solo creato più risorse. Certamente non abbiamo meno ingegneri che si occupano di bici normali oggi di quanto non ne avessimo prima… se mai, ne abbiamo di più. Ci sono alcune parti condivise tra Levo e Stumpjumper, quindi esistono delle collaborazioni. Come hai già detto, partiamo dal cinematismo e poi vi disegnamo un telaio attorno per alloggiare la batteria e il motore. L’unico motivo per il quale potremmo vedere dei grossi cambiamenti nell’allocazione delle risorse sarebbe che ci fosse un importante calo di vendite di MTB tradizionali a livello globale. Finora tutto ciò non si è visto.

MTB-Mag: Ok, tanto per discutere, per pura teoria, ma se la cosa diventasse realtà? Se l’accesso ai trail venisse interdetto a tutte le MTB e se per questo si dovessero incolpare esclusivamente le eBike? Come brand, voi fareste marcia indietro?

Buck: Hmmm… mi viene da paragonare questa situazione a quella degli ATC (le moto a 3 ruote – ndr), ma in quel caso era differente perché sono stati messi fuori gioco per ragioni di sicurezza e troppi processi per responsabilità. Comunque sì, se succedesse davvero che venisse meno l’accesso ai sentieri, credo che non ci sarebbe altra scelta se non quella di tornare a fare solo mountain bike tradizionali.

Sean: Bene, guardiamo alla realtà. Le due principali agenzie di tutela del territorio degli Stati Uniti (BLM e Forest Service) le hanno praticamente già bandite, relegandole esclusivamente all’OHV e ai trail aperti alle moto. Sotto questo aspetto, siamo già nel peggior scenario possibile.

MTB-Mag: Buck e Sean, grazie per l’intervista, ci si vede sui sentieri!

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