[Test] BMC Speedfox AMP two

BMC, acronimo di Bicycle Manufacturing Company è un’azienda svizzera che produce biciclette dal 1994. In questi anni ha ottenuto svariati successi nel mondo delle corse sia su strada che MTB grazie a campioni del calibro di Cadel Evans e Julien Absalon. Di recente BMC ha allargato la sua gamma anche al mondo ebike, e ci ha mandato una Speedfox AMP two per un test approfondito. Un ringraziamento particolare a Speed Wheel di Savona per la disponibilità e per la messa a punto della bicicletta oggetto del test.

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In sintesi

Materiale telaio: carbonio per il triangolo principale, alluminio per il carro e le bielle
Formato ruote: 29″ × 2.35″
Geometrie variabili: No
Corsa ant/post: 130/130
Sistema sospensione: Advanced Pivot System (APS)
Mozzo posteriore: 148×12 boost
Mozzo anteriore: 110×15 boost
Trasmissione: 1×11(34t – 11/46)
Attacco Portaborraccia: Si
Motore e batteria: Shimano STEPS E-8000/ batteria integrata staccabile 500 Wh
Peso rilevato: 22,070 kg taglia M, senza pedali, pneumatici tubeless con lattice

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Analisi statica

Per questo allestimento intermedio della gamma Speedfox è stato scelto un telaio in carbonio con tecnologia Twin Hollowcore Tube Design, che prevede una doppia parete laterale di riforzo per il tubo obliquo che ospiterà al proprio interno la batteria, accoppiato ad un triangolo posterione in alluminio costruito tutto in un pezzo, azionato da due bielle anch’esse in alluminio che comandano l’ammortizzatore. Nella parte superiore del tubo obliquo troviamo l’attacco per il portaborraccia, che ci permetterà di avere la nostra riserva idrica a portata di mano nella più classica delle posizioni.

Il telaio si presenta in una vivace ma elegante colorazione rosso opaco con minimali grafiche nere molto discrete, tutte le altre parti che completano la bici sono nere, ed aiutano a perfezionare un insieme sobrio ma accattivante allo stesso tempo. Il motore e la batteria sono ben raccordati da coperture protettive in plastica nere, che rendono la vista laterare più snella, mascherando parzialmente la voluminosa batteria Shimano.

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Minimale la protezione in gomma sul fodero basso destro atta ad ammortizzare i colpi della catena. La serratura per sganciare la batteria e la presa di ricarica sono posizionate al di sotto del tubo obliquo nella parte più alta, e sono coperte da due pratici e robusti coperchi in gomma che evitano le infiltrazioni di fango e polvere. Tutti i cavi sono interamente celati alla vista, passando prima all’interno del triangolo principale e poi nel carro posteriore. Anche il sensore di velocità risulta invisibile, integrato nel forcellino sinistro, per mantenere ancor più pulito il design di questa bici. Entrambi i perni sia della ruota anteriore che di quella posteriore non hanno una leva di azionamento rapido, ma necessitano di una chiave a brugola per essere svitati ed in seguito riavvitati. Questo rende consigliabile portare con se un multi attrezzo di qualità che ci permetta di svolgere questa operazione agevolmente in caso di necessità.

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Lo schema di sospensione APS utilizzato da BMC è da inserirsi nella famiglia dei virtual pivot. Il carro tutto in un pezzo risulta rigido e scattante, pronto ad accelerare ad ogni input proveniete dai pedali, rimanendo stabile in fase di pedalata e attivo in fase di frenata. A far lavorare il cinematismo della sospensione ci pensa un Fox Float DPS Performance Evol, un ammortizzatore senza tanti fronzoli, dotato del registro in estensione e di una levetta a tre posizioni per regolare la compressione, che svolge molto bene il suo compito, basta settare correttamente il sag ed il ritorno per far si che lavori al meglio e soprattutto senza darvi pensieri. Molto utile l’indicatore posto sulla sommità della biella superiore che ci aiuta stabilire il sag corretto, è perfettamente visibile anche stando in sella.

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A completare il reparto sospensioni è stata scelta una forcella RockShox Revelation RC da 130mm che non mi ha entusiasmato, risultando stancante affrontando percorsi molto accidentati e appena sufficiente su percorsi scorrevoli. Alcune volte ho avuto l’impressione che la forcella lavorasse in un range inferiore di escursione rispetto ai 130mm di cui è accreditata, penalizzando le potenzialità del telaio e della sospensione posteriore.

Il reggisella sella telescopico con 125mm di travel è il modello Aeffect di Race Face, ha un comando al manubrio con un design che lo rende particolarmente comodo da azionare e da posizionare in concomitanza con il comando delle assistenze del motore Shimano. La sella è una classica e sempre apprezzata WTB Volt con grafiche in tinta con la colorazione del telaio.

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Il gruppo montato è uno Shimano XT completo, con cambio a gabbia lunga e frizione Dyna-Sys II con forcellino dedicato, cassetta 11/46, catena 11v e comando al manubrio con collarino separato dal freno per un migliore posizionamento. Questo gruppo è risutato super affidabile e preciso, non ha necessitato di regolazioni per tutta la durata del test. Per evitare la caduta della catena è presente un piccolo guidacatena superiore che svolge appieno il suo dovere. BMC adotta pedivelle da 170 mm su tutte le taglie.

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A stoppare la Speedfox ci pensa un ormai collaudato impianto Shimano XT a due pistoni contrapposti con circuto ad olio minerale e con regolazione senza attrezzi della distanza della leva dal manubrio. Le pastiglie sono dotate del dissipatore di calore che rendono l’impianto meno incline al surriscaldamento mantenendo una frenata più omogenea. Sia all’anteriore che al posteriore troviamo dischi in acciaio modello bm-rt66-l, entrambi da 203mm di diametro. Questo impianto è da ritenersi un classico con un ottimo rapporto prezzo prestazioni, potente e modulabile fin dalla prima frenata. Se ben spurgato non tradisce.

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Il set di ruote proviene da Race Face e nello specifico si tratta di cerchi in alluminio della serie Aeffect R 30 con ETRTO 622X30C, abbinati a mozzi anch’essi Aeffect R con attacco disco a sei fori, che mi hanno stupito per scorrevolezza. Queste ruote, abbinate alla gommatura Maxxis Forekaster da 120 tpi con larghezza nominale da 2.35″ hanno amplificato le doti di pedalabilità del telaio, rendendo la bici molto veloce sui fondi compatti e scorrevoli, limitando gli attriti e lasciandosi pedalare agevolmente anche oltre il limite di stacco del motore.

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Tutto marchiato BMC il cockpit composto da manubrio da 750mm con rise minimale e un attacco da 50mm inclinato di +- 6°. Le manopole presentano un solo collare in tinta con il telaio e non sono particolarmente morbide, ma godono di un ottimo grip. È stato facile posizionare correttamente i comandi grazie soprattutto ai collari delle leve freno molto stretti che non hanno interferito con il resto. Il display Shimano posizionato vicino all’attacco manubrio rimane ben protetto e visibile.

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Il sistema motore è l’ormai classico Shimano STEPS E 8000, che abbiamo già provato su altre bici. Ha la particolarità di poter ricevere gli aggiornamenti direttamente tramite l’applicazione e-tube, che è scaricabile gratuitamente sia per Android che per Ios dai relativi store online. Con questa applicazione è possibile modificare le modalità di assistenza Trail e Boost su tre diversi livelli intermedi, Eco invece non è modificabile. Durante il periodo di test ho ricevuto un paio di aggiornamenti che hanno risolto alcuni bugs delle versioni precedenti, migliorando principalmente la gestione della visualizzazione del consumo batteria. Una caratteristica fondamentale di questo motore è la compattezza che si rispecchia sulla ridotta lunghezza dei foderi posteriori che permette ai progettisti di disegnare telai molto compatti e maneggevoli.

Il comando al manubrio, pur essendo ingombrante, in quanto ricalca esattamente le sembianze di un comando deragliatore, risulta particolarmente facile e intuitivo da azionare con un bel feedback meccanico e sonoro che ci assicura il cambio di modalità anche senza guardare il display. Il Walk Assist si ottiene tenendo premuta la leva più grande per attivare la funzione, per poi lasciare e ripremere la leva per rendere effettiva la funzione, e si disattiverà quando lasceremo la leva. Il W.A. ha una buona spinta e ci sarà molto utile per accompagnare la bici su rampe impossibili da pedalare.

La batteria da 504Wh è squadrata e di dimensioni ragguardevoli. Ritengo che i designers BMC abbiano fatto un ottimo lavoro per limitarne l’impatto visivo,  forse una delle integrazioni meglio riuscite di questa batteria. Per accendere il sistema bisogna agire sul piccolo pulsante presente sulla batteria, posizionato sotto al tubo obliquo, in un punto esposto a fango e acqua alzati dalla ruota anteriore.

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Geometrie e prezzi

Partendo da uno schema di sospensione molto ben sviluppato e ottimizzato per le specifiche esigenze di una ebike, gli ingeneri BMC hanno realizzato un telaio con quote moderne ma non estreme, con una posizione di guida bassa e allungata per privilegiare la pedalata e scaricare a terra tutti i watt provenienti dal motore, angoli adeguati ad una trail polivalente e un carro dalle dimensioni contenute per mantenere scatto e manovrabilità ad alti livelli ed ospitare una ruota da 29″.

Il telaio è offerto in 3 taglie, solo le persone alte oltre i 190 cm potrebbero sentirsi un po’ stretti su una taglia L non particolarmente abbondante.

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La gamma del modello Speedfox è composta da tre modelli che differiscono per allestimento, ma condividono il triangolo principale in carbonio, solo il modello One ha anche il carro in carbonio.

Speedfox AMP One    9499€
Speedfox AMP Two    7499€
Speedfox AMP Three 5499€

In azione

Effettuate tutte le regolazioni per ottenere una posizione di guida ottimale, sono salito in sella e non ho avuto dubbi su quale sia l’indole di questa bici, in tutto e per tutto una trail bike scattante, scorrevole, con una posizione di pedalata che ti invoglia a forzare e ad affrontare lunghe salite, una di quelle bici che ti spinge a macinare chilometri per ore ed ore.

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Salita

In questo ambito mi ha davvero soddifatto, a partire dalla posizione in sella che risulta molto redditizia per affrontare salite impegnative massimizzando lo sforzo, ed anche comoda per restare in sella per diverse ore. Le ruote grandi, il passo, e in generale la geometria la rendono un pochino impacciata a bassa velocità nei trail più tortuosi, dove è bene seguire linee rotonde e pulite cercando una pedalata agile per rimanere nel range ottimale di funzionamento del motore. In questo modo si ottiene anche un’ottima trazione dal sistema di sospensione che la rendono una scalatrice capace di superare rampe molto ripide. La capacità delle ruote da 29″ di superare i piccoli ostacoli, abbinate ad una gommatura leggera e poco tassellata, la rendono molto efficace sui trail in salita scorrevoli e poco accidentati, o sui trasferimenti asfaltati dove si riescono a mantenere agevolmente velocità superiori alla media.

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Discesa

La posizione in piedi sui pedali, dovuta ad un reach generoso, è piuttosto allungata verso l’anteriore, garantendoci una buona direzionalità e stabilità a patto di rimanere centrali anche sui passaggi più ripidi. In questo frangente si notano subito i limiti imposti dalla forcella che esaurisce velocemente la sua capacità ammortizzante andando a scaricare sulle braccia del rider tutte le sconnessioni provenienti dal terreno, facendoci perdere spesso il contatto con lo stesso. Il posteriore invece risulta sempre ben progressivo e pronto ad incassare gli urti più grandi senza scomporsi. La tassellatura poco pronunciata e la sezione limitata delle gomme mostrano subito carenze di grip sui terreni smossi, invece mi sono piaciute sui terreni compatti e scorrevoli agevolando la guida nei rapidi cambi di direzione e nella percorrenza di curva in appoggio.

Per essere una trail con escursione di soli 130 mm, tutto sommato si comporta bene anche se non è questo l’ambito in cui mi ha dato più soddisfazioni.

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Autonomia

Grazie alle doti di leggerezza e pedalabilità di questa bici, si riesce a percorrere la maggior parte dell’uscita utilizzando la modalità ECO, migliorando sensibilmente l’autonomia. In un test di consumo sono riuscito a percorrere oltre 1800mt di dislivello positivo, che potrebbero anche aumentare diminuendo la velocità media, arrivando agevolmente anche a 2000mt d+.

Problemi riscontrati durante il test

Nessuno da segnalare, la bici è robusta ed è stata in grado di uscire indenne anche affrontando percorsi enduro parecchio impegnativi. A fine test ho notato che la gomma anteriore aveva un taglio superficiale sul fianco, che però non ne ha pregiudicato la tenuta.

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Conclusioni

BMC è un marchio esclusivo che fa della ricercatezza nelle linee, nel design e nella cura costruttiva i suoi punti di forza. Questa bici oltre ad essere piacevole ed elegante alla vista, risulta estremamente centrata nel suo ambito di utilizzo, e potrebbe migliorare ulteriormente il suo campo d’azione con una sospensione anteriore più performante.

Se amate le lunghe pedalate nella natura o cercate le prestazioni sulle lunghe salite o nei trail guidati e state cercando una bici che faccia della pedalabilità e della scorrevolezza le sue doti migliori, avete trovato quello che fa per voi!

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