[Test] Trek Powerfly LT9 Plus

Sui (ripidi) sentieri svizzeri di Bad Ragaz è stata presentata la nuova Trek Powerfly, E-bike full-suspended della casa di Waterloo, WI, Usa.

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La bici è stata rinnovata completamente, e come novità principale propone il RIB, ovvero la batteria sostituibile (la Bosch PowerTube 500, nello specifico) integrata nel telaio con una maniglia per il trasporto e l’estrazione. Estrazione che, soluzione unica sul mercato, avviene dal lato destro, lateralmente al tubo obliquo, mentre la porta di ricarica è sul lato sinistro della bici, o nella parte inferiore una volta estratta. Opzione che sembra essere la preferita dai consumatori, che preferiscono caricarla in casa piuttosto che in garage.

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La Powerfly viene declinata in vari modelli definiti da materiale del telaio e montaggio. La novità sul modello top di gamma è il telaio in carbonio, che grazie a questo materiale lo rende ben 650 grammi più leggero rispetto la versione in alluminio. Questa riduzione di peso è principalmente avvenuta integrando direttamente la batteria nello stampo del telaio, con solo i punti di ancoraggio della stessa di spessore maggiorato, al contrario della versione in alluminio che ha tutto il supporto forgiato, facendone uno dei pezzi più pesanti. Enfasi è stata posta anche all’estetica che nella versione in carbonio risulta migliorata grazie alle possibilità date in fase di design da questo materiale.

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Altre specifiche tecniche  sono lo Storage System che si monta sotto il tubo obliquo e la componentistica specifica per E-bikes: le ruote Powerline hanno spessori maggiorati dei cerchi e 32 raggi. I pneumatici sono i Bontrager XR4 con fianchi rinforzati (senza arrivare agli spessori da DH, che sono ritenuti eccessivi), e sono dichiarate più robuste di ruote specifiche da DH.

Per quanto riguarda la forcella questa ha un telaio più robusto, con foderi da 34-36mm. Sia le Fox che le Rock Shox sono modelli specifici per le bici elettriche. Sovradimensionati anche i freni, che ora sono a 4 pistoni, con pastiglie sinterizzate. I freni sono i componenti più sollecitati sulle E-Bikes secondo Trek, con molti consumatori che bruciano le pastiglie molto rapidamente (sia per il maggior peso delle bici che per l’inesperienza di alcuni consumatori), quindi attenzione particolare è stata posta su questi componenti.

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A livello trasmissione è stata scelto lo SRAM Eagle, con cassetta 11-50, con una cassetta in acciaio che è più durevole tenendo conto delle coppie applicate dalle E-bike. Per i principianti pare siano preferibili meno salti tra i denti.

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Il dropper seatpost di Bontrager è evoluto in robustezza, durata e facilità di manutenzione. Disponibile con riduttori di corsa.

Per quanto riguarda le geometrie, il carro è stato allungato per mantenere la bici stabile sia in salita tecnica che in discesa. Anche sulle salite più ripide.

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Infine, “cuore” delle bici i motori, che sono Bosch, e la motivazione di Trek in questa scelta è principalmente perché hanno un supporto globale e possono fornire i volumi richiesti da Trek, oltre ad essere affidabili. La batteria è data con un’autonomia di 130km in modalità ECO e 60km in modalità Turbo, con tutte le variabili del caso. Con il 4amp charger si ricarica la batteria da scarica a completamente carica in circa 4 ore e mezza. Da carica al 50% in 2h. La Powerfly 4 utilizza il 2amp charger, che prende circa 7,5h per la ricarica completa.

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Tutte le bici sono compatibili con portaborracce.

I modelli sono divisi in tre categorie, Hardtail, FS 130mm e LT 150mm:

Powerfly LT: 160/150mm, 27,5×28” su tutti i modelli. RE:aktiv shock sulle 9.9, 9
Powerfly FS: 130mm, 27,5×2.8” sulla 9.7; 27,5×2.35” sulla 5 e 4.
Powerfly Women’s
2 modelli, 3 hardtails, taglia XS 14”, con extra standover sulle taglie MD, SM e XS.
Powerfly Sport (hardtail)

Possibilità di montare parafanghi, portapacchi, luci e cavalletto con batteria semi-integrata 500wH. Ideale per commuting e sport in generale.

Tutte le specifiche per modello:  trek-powerfly-my19-spec

Alcuni giorni dopo la presentazione avvenuta in Svizzera abbiamo ricevuto una Powerfly LT 9 Plus per un test approfondito. Grazie ad un montaggio di alto livello questo modello si posiziona al top della gamma alluminio.

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In sintesi

Materiale telaio: Alluminio
Formato ruote: 27.5 × 2.8 Plus
Geometrie variabili: Si, 2 posizioni
Corsa ant/post: 160/150
Sistema sospensione: Active Braking Pivot  (ABP)
Mozzo posteriore: 148×12 boost
Mozzo anteriore: 110×15 boost
Trasmissione: 1×12 (15t – 11/50)
Attacco Portaborraccia: Si
Motore e batteria: Bosch Performance CX / batteria integrata staccabile 500 Wh
Peso rilevato: 24,140 kg taglia M, senza pedali, pneumatici tubeless con lattice

Analisi Statica

Telaio completamente in alluminio con motore posizionato orizzontalmente rispetto al terreno per far posto al Power Tube all’interno del tubo obliquo. Questa evoluzione mantiene alcune tecnologie dei modelli precedenti, come il sistema di sospensione ABP, la serie sterzo Knock Block, la geometria G2 e acquisisce l’attacco per un portaborraccia in posizione classica.

Personalmente ho gradito molto la colorazione verde militare opaco con particolari verde acido a contrasto, scritte e loghi in nero e a completare l’insieme. Le grafiche di ammortizzatore, forcella e cerchi sono in tinta con il telaio. Complessivamente una colorazione aggressiva, non particolarmente vistosa o pasticciata, che risulta moderna pur essendo un grande classico.

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Uno dei primi particolari che salta all’occhio è il vistoso e ben dimensionato paramotore in alluminio anodizzato nero, una vera piastra aggiuntiva pronta a incassate i peggiori abusi, che si estende anche alla parte bassa del tubo obliquo. Una protezione in gomma ricopre sia la parte superiore che quella inferiore del fodero orizzontale destro silenziando efficacemente lo sbattimento della catena. Il carter estetico destro del motore è sagomato per svolgere la funzione di guidacatena accoppiato al classico bash Miranda. Molto ordinato e ben accessibile il passaggio cavi, togliendo la batteria dal tubo obliquo li avremo tutti a disposizione.

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Ormai un marchio di fabbrica Trek la sospensione Active Bracking Pivot (ABP), che limita l’influenza del freno posteriore sulla sospensione mantenedo una buona stabilità in pedalata e un comportamento progressivo.

I tecnici Trek hanno scelto per gestire la sospensione un Rock Shox Deluxe in misura di 205×57.5mm dotato di tecnologia esclusiva Trek RE:aktiv e attacco Trunnion. Sull’ammortizzatore è presente la levetta in tre posizioni per controllare la compressione e la rotellina per regolare il ritorno. La sospensione è piuttosto neutra in pedalata, e non necessita di essere bloccata se non su asfalto o per pedalare a basse cadenze in piedi sui pedali. La posizione intermedia limita leggermente la velocità di reazione dell’ammortizzatore, mantenendo la sospensione molto attiva.

All’anteriore troviamo una Fox Float 36 FIT Grip specifica per e-bike, una forcella sostenuta e reattiva che fa della rigidità torsionale la sua arma vincente, risulta anche molto progressiva e difficilmente si riuscirà ad usare tutta la corsa disponibile. Le sospensioni lavorano in simbiosi rendendo la bici bilanciata su ogni tipo di terreno.

Il reggisella telescopico Bontrager con passaggio cavo interno e comando a leva in prossimità della manopola sinistra montato sotto al manubrio risulta fluido nell’azionamento ma necessita di uno sforzo superiore alla media per essere azionato. Anche la sella proviene dal catalogo Bontrager e si tratta del modello Arvada.

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La Powerfly è montata con un gruppo misto EX1/GX/NX Eagle a 12V, un mix sapiente tra robustezza e funzionalità, con una cassetta totalmente in acciaio 11/50 perfetta per sopportare la potenza del motore. Pedivelle EX1, cambio e comando GX.

Il gruppo ha un funzionamento egregio, il comando permette di scalare un solo rapporto per volta, ma anche scalandone più d’uno in rapida sequenza non manca un colpo ed è sempre preciso anche sotto sforzo. L’unico aspetto migliorabile è l’ergonomia del comando dove le due levette potrebbero essere più ravvicinate vista la corsa ridotta di quella più grande.

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Ottima la scelta dei nuovi freni Shimano XT a doppio pistoncino che, abbinati ai dischi Ice Tech da 203mm, impressionano per potenza, modulabilità ed omogeneità di azionamento. Tendono a diventare leggermente rumorosi se scaldati con frenate continue. La pompa e la leva è la solita che troviamo abitualmente sui freni XT a pistone singolo, con un collare molto stretto che agevola il posizionamento dei vari comandi sul manubrio.

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Le ruote sono marchiate Bontrager, precisamente le Powerline Comp 40 con cerchio da 41mm interno, abbinate ad una coppia di gomme Bontrager XR4 Team Issue da 2.8″, che si sono dimostrate scorrevoli e con una buona trazione specialmente su terreni compatti e asciutti, calano leggermente di performance in caso di fondi ghiaiosi o umidi.

Molto sporgente il quick release della ruota posteriore, potrebbe urtare qualche ostacolo sul percorso.

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Bontrager fornisce manubrio, attacco della serie Line con diametro da 35mm in alluninio e manopole con un solo lock on per formare un cockpit proporzionato all’indole della bici. Tutti i comandi sono ben raggiungibili e i cavi ordinati davanti al manubrio. La serie sterzo Knock Block prevede un blocco per limitare la rotazione della forcella ed evitare che urti il tubo obliquo. Questa soluzione limita le manovre da fermo o quando si vuole far girare la bici a mano in posti molto stretti, ma di fatto non interviene mai durante la guida.

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Il sodalizio tra Trek e Bosch è ormai consolidato, anche su questo modello troviamo una classica unità Performance CX in abbinamento al Powertube da 500Wh posizionato in orizzontale all’interno del tubo obliquo, ma con la particolarità dell’inserimento sulla parte laterale destra del tubo stesso. Il sistema di sgancio è molto ben congegnato e oltre alla chiave ha una leva di sicurezza che va azionata per separare la batteria dal telaio.

Al manubrio troviamo l’essenziale comando/display Purion che ci fornirà indicazioni basilari come velocità, odometro, distanza percorsa, autonomia rimanente, modalità di assistenza in uso e la quantità di batteria usata/rimanente espressa in cinque tacche.

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In azione

La prima cosa che ho notato è stato l’ampio manubrio da quasi 800mm al filo delle manopole, che mi ha dato subito una sensazione di estremo controllo, amplificata dalla rigidità della forcella e dalla ampia impronta a terra dei pneumatici da 2.8″, che però ci limita nei passaggi stretti e nei tornantini.  Affrontando i primi trail ho apprezzato immediatamente il lavoro della sospensione posteriore che letteralmente divora tutto quello che passa sotto alle ruote, pur rimanendo reattiva e scattante nelle accellerazioni in uscita di curva. La posizione in sella è comoda e non troppo distesa, nella guida in piedi risulta sempre piuttosto stabile e affidabile.

Cambiando la posizione del flip chip posto sui foderi obliqui le variazioni geometriche si sentono e tendono a valorizzare alcuni aspetti peggiorandone altri, in sintesi, se siete rider estremanente aggressivi dotati di una guida moderna sempre ben caricata sull’anteriore otterrete il massimo dalla posizione LOW, se invece volete godere di una bici più facile e intuitiva è meglio impostare la posizione HIGH.

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Salita

Grazie alla modalità EMTB che ci permette di modulare l’apporto del motore con la semplice spinta sui pedali, alla trazione delle gomma Bontrager posteriore e alla lunghezza di oltre 470mm del carro posteriore, sarà facile arrampicarsi sui trail più impervi, a patto di cercare una posizione avanzata sulla sella e mantenendo il busto ben abbassato sul manubrio per evitare di sollevare la ruota anteriore perdendo direzionalità. Sui trail più scorrevoli o durante i trasferimenti su asfalto potremo impostare l’ammortizzatore sulla posizione lock per limitare le oscillazioni indotte dalla pedalata ed avere una sospensione più stabile ma comunque mai realmente bloccata.

In questo ambito ho preferito la posizione HIGH del flip chip, per avere maggiore luce a terra e angoli leggermente più verticali per favorire le manovre a bassa velocità tipiche della salita.

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Discesa

Una bici che non disdegna la velocità, tendenzialmente stabile nel mantenere le linee impostate, ben piantata a terra sia in fase di curva che in frenata. Non un fulmine in inserimento nelle curve più strette, meglio anticipare abbondantemente le traiettorie per beneficiare di una buona velocità in uscita. Le sospensioni lavorano con una buona sincronia nell’assorbire qualunque ostacolo si presenti davanti, dai piccoli in rapida sequenza a quelli di maggiori dimensioni, senza mai risultare eccessivamente cedevoli. Ottimo il comportamento su salti di media entità, dove la progressività di affondamento asseconda anche gli atterraggi più violenti.

All’aumentare della velocità, la bici diventa proporzionalmente più impegnativa, specialmente nei rapidi cambi di direzione dove soffre una leggera carenza di agilità dovuta al carro lungo e ad un peso non proprio da libellula.

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Autonomia

L’autonomia generale risulta nella media delle bici equipaggiate con motore Bosch CX e batteria da 500Wh. Con un uso parsimonioso delle assistenze, percorrendo strade scorrevoli a cadenze costanti, si possono stimare giri intorno ai 2000 mt d+, invece con un uso sportivo su terreni particolarmente impervi si possono percorrere tranquillamente 1500 mt d+.

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Problemi riscontrati durante il test 

Nessun problema si è verificato durante il test, va segnalato comunque che secondo quanto indicato sulla scheda tecnica, le bici in taglia M dovrebbero avere un reggisella telescopico da 125mm, invece su questo esemplare ho trovato montato un modello da soli 100mm, che mi ha condizionato la guida in discesa e limitato in alcune manovre.

Conclusioni

La Trek Powerfly LT 9 in questa nuova versione acquisisce una silhouette più omogenea grazie all’integrazione della batteria e una linea generale più gradevole enfatizzata dalla colorazione che ne esalta il carattere aggressivo. Una di quelle bici che vi farà subito sentire a vostro agio. Sin dal primo istante ne apprezzerete la stabilità e quella sensazione di avere tutto sotto controllo dovuta ad un telaio ben studiato con geometrie non estreme, e a freni, sospensioni e ruote di ottima qualita. Una fidata compagna di avventure per il rider meno aggressivo e una macchina da guerra per il rider più sportivo che riuscirà a portarla al limite con una attenta scelta delle linee da percorrere e una guida energica e smaliziata.

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