Un saluto a tutti.
È un po’ che non seguo più le vs peripezie e, a dire il vero, ho anche dovuto posteggiato la bici in garage per impegni che mi occupano anche nel week end.
Ma ieri sera, contrariamente a tutte le previsioni e sfidando le nuvole minacciose, non ho proprio resistito: partenza entro le 19! In tutta fretta preparo lo
zaino: casco,
ginocchiere e gomitiere, set completo di
attrezzi, pompa, acqua, un panino, pantaloni corti e magliette, gps e telefono. Pronti e, per la serie:”di quel che c’è non manca nulla “si parte per l’enzima/castel corno: troppo asfalto, ma ,vista l’ora, non posso pretendere di più.
Supero Lenzima verso Nomesino: ricordo di qualcuno che scendeva verso mori ma non ricordo bene da dove. Al Passo (19:50 circa), le nuvole di fanno minacciose: fa freddo: indosso casco e protezioni per ripararmi e scendo, rimpiangendo l’abbigliamento pesate lasciato a casa. Mi incuriosisce però un cartello che indica ”60km Garda bike” e decido di seguirlo per quanto possibile. Si scende da una vecchia strada, fra casa e campagne in parte dimenticati. Poi un bivio: “ mori, monte pippel a sx; 60km Garda bike diritto ; Loppio e riva, a dx. Scendo ancora. L’asfalta si fa sempre più vecchio e consumato, fino a quando non compare l’erba. Sulla dx un piccolo depuratore da cui tracima acqua puzzolente: adagio, passo oltre. Incontro un uomo che sale accompagnato dal suo cane: rallento. Saluto. Lui ricambia, mi guarda e ride. Da lì a poco, improvvisamente, cambia qualcosa: spariscono i prati, il boschetto si fa molto più rado. Dopo la prima fila di alberi non c’è più nulla. Si intravedono delle montagne lontane, ma nulla di vicino. La strada, ormai bianca, sparisce con una curva a sx dietro una roccia. Mi fermo. Istintivamente, indosso le ginocchiere, rapido check dell’attrezzatura e della bici, abbasso la pressione delle gomme. Sono le 20:25 : è tardi! Cautamente, riparto. La strada si fa sentiero, per ora niente in tutto. Metro dopo metro, il sentiero lascia il posto ad una mulattiera di circa un metro e mezzo, sempre più ripida e sassosa, fino a prendere i connotati di una strada lastricata di sanpietrini, con piastre irregolare indicativamente di 20x20 fino a 50x50cm con Interspazzi anche di 10-20 cm, e pendenza che raggiunge i 45gradi. Per le mie capacità, Il gioco si fa impegnativo, ma ce la posso fare! Credo... Sparo...!?!
Si scende ancora, qualche passaggio forzatamente a piedi, ma per lo più in sella. Nella valle, si intravede il bivio a ovest di Mori, dove la strada proveniente da Morì si interseca con quella proveniente dall’autostrada.
Comincia a fare buio e non si intravede nulla oltre al bosco, ma la strada ora è un po’ più scorrevole. Finalmente raggiungo il fondovalle: da qui a poco scorgo le casa e la fine del sentiero. Sono le 21. Mentre attraverso Mori, incrocio due fidanzatini col cane che mi guardano allucinati. Già, ma immaginate la scena mentre incrociate un tizio su una bici arancio, sella bassa, visibilmente stanco, casco integrale rosso e nero, maglietta giallo fluo, gomitiere, zaino e ginocchiere gialle che procede di notte, a passo di lumaca cercando di telefonare attraverso il casco! Probabilmente sareste allucinati anche voi! Saluto, ma non contraccambia nessuno: bentornato in fondovalle....
Niente male per un giretto dietro casa, vero?
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