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E-Mountain Bikes
Nicolai a cinghia
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Testo
<blockquote data-quote="Mister D" data-source="post: 148793" data-attributes="member: 5741"><p>Effettivamente la cinghia su una Mtb è una scelta azzardata o coraggiosa, a seconda del grado di conoscenza della meccanica e della cinematica che possiede il costruttore. Può essere una scelta puramente estetica senza reali vantaggi, un po' come installare una sella Brooks su una bici moderna ( per carità, può anche piacere...).</p><p>Mi pare che Nicolai conosca molto bene la cinematica delle sospensioni, ne è dimostrazione la stupefacente E-mtb HNF Heisenberg XF1 del 2016 che utilizza proprio un telaio Nicolai bi-ammortizzato con un incredibile sistema per cui non solo il carro, ma anche il motore è flottante. Bici meravigliosa (secondo il mio parere) purtroppo modificata semplificandola con la attuale versione XF-2.</p><p>La cinghia di trasmissione mi aveva sempre lasciato perplesso, per via della sensazione di fragilità (del tutto apparente) rispetto ad una solida catena metallica.</p><p>Mi sono ricreduto dopo aver provato per alcuni mesi una Riese Müller Delite, una E-bike da turismo bi-ammortizzata. Lo stesso telaio viene utilizzato per la versione E-mtb chiamata Delite Mountain, ma su questa versione la cinghia non è disponibile.</p><p>Credo che il motivo principale che frena la diffusione della cinghia sulle Emtb sia l'obbligo di accoppiarla con un cambio al mozzo. Gli svantaggi sono molteplici, anche se non gravi, principalmente il peso da circa 1,5 a 2 kg in più rispetto ad un deragliatore e cassetta pignoni. Con il Rohloff si ottengono peso minore, cambiata veloce e grande escursione, con Nuvinci 380 peso maggiore, escursione un po' ridotta rispetto a Rohloff, costo minore, ma uguale robustezza.</p><p>Alfine e Nexus non sono adatti per l'uso intenso fuoristrada con motori elettrici per la minore robustezza (vanno invece ottimamente per l'uso stradale).</p><p>La cinghia richiede un carro apribile per poterla installare/sostituire, oppure un carro che non incrocia la cinghia come è stato fatto sulla Riese Müller Delite.</p><p>E' necessario che la cinghia abbia una particolare tensione per lavorare bene, Gates (il principale fornitore ) fornisce a meno di 30 Euro un kit con squadra e contrappeso per tarare facilmente la tensione. Per i più tecnologici è possibile "accordare" la cinghia pizzicandola come una corda di chitarra e analizzare la frequenza con una App fornita gratuitamente da Gates; viene usato per la rilevazione il microfono dello smartphone o del tablet.</p><p>Proprio per la tensione richiesta, piuttosto alta rispetto alla catena, i progettisti devono studiare una sospensione posteriore e un carro che mantengano quasi costante la distanza tra corona e pignone posteriore anche con ammortizzatore affondato. Il tendicinghia è infatti fisso, se fosse a molla ne servirebbe una mostruosamente dura per compensare eventuali perdite di tensione, ma renderebbe difficile e persino pericoloso rimuovere la cinghia e reinstallarla in situazioni comuni, come in occasione di smontaggio e rimontaggio della ruota posteriore.</p><p>Per quanto riguarda la sporcizia la cinghia è estremamente tollerante, tende ad espellere il fango da pignone e corona che sono cavi nel mezzo, si lava con acqua e non richiede alcuna lubrificazione, elemento prezioso per chi trova faticosi la sgrassatura/reingrassaggio della catena. La silenziosità è un altro elemento che stupisce positivamente, la trasmissione tradizionale fa effettivamente rumore, ma è difficile rendersene conto finchè non sparisce.</p><p>La durata può raggiungere chilometraggi tre volte superiori rispetto alla catena in base alle condizioni di utilizzo, il prezzo è un po' più alto di una catena standard, ma equivalente a quello di una buona catena superlight.</p><p>Insomma, i vantaggi sono molteplici, ma i telaisti devono essere molto competenti per poterla proporre come valida alternativa alla trasmissione tradizionale.</p><p>Un saluto da Marco!<img src="data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7" class="smilie smilie--sprite smilie--sprite105" alt=":)" title="Smile :)" loading="lazy" data-shortname=":)" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Mister D, post: 148793, member: 5741"] Effettivamente la cinghia su una Mtb è una scelta azzardata o coraggiosa, a seconda del grado di conoscenza della meccanica e della cinematica che possiede il costruttore. Può essere una scelta puramente estetica senza reali vantaggi, un po' come installare una sella Brooks su una bici moderna ( per carità, può anche piacere...). Mi pare che Nicolai conosca molto bene la cinematica delle sospensioni, ne è dimostrazione la stupefacente E-mtb HNF Heisenberg XF1 del 2016 che utilizza proprio un telaio Nicolai bi-ammortizzato con un incredibile sistema per cui non solo il carro, ma anche il motore è flottante. Bici meravigliosa (secondo il mio parere) purtroppo modificata semplificandola con la attuale versione XF-2. La cinghia di trasmissione mi aveva sempre lasciato perplesso, per via della sensazione di fragilità (del tutto apparente) rispetto ad una solida catena metallica. Mi sono ricreduto dopo aver provato per alcuni mesi una Riese Müller Delite, una E-bike da turismo bi-ammortizzata. Lo stesso telaio viene utilizzato per la versione E-mtb chiamata Delite Mountain, ma su questa versione la cinghia non è disponibile. Credo che il motivo principale che frena la diffusione della cinghia sulle Emtb sia l'obbligo di accoppiarla con un cambio al mozzo. Gli svantaggi sono molteplici, anche se non gravi, principalmente il peso da circa 1,5 a 2 kg in più rispetto ad un deragliatore e cassetta pignoni. Con il Rohloff si ottengono peso minore, cambiata veloce e grande escursione, con Nuvinci 380 peso maggiore, escursione un po' ridotta rispetto a Rohloff, costo minore, ma uguale robustezza. Alfine e Nexus non sono adatti per l'uso intenso fuoristrada con motori elettrici per la minore robustezza (vanno invece ottimamente per l'uso stradale). La cinghia richiede un carro apribile per poterla installare/sostituire, oppure un carro che non incrocia la cinghia come è stato fatto sulla Riese Müller Delite. E' necessario che la cinghia abbia una particolare tensione per lavorare bene, Gates (il principale fornitore ) fornisce a meno di 30 Euro un kit con squadra e contrappeso per tarare facilmente la tensione. Per i più tecnologici è possibile "accordare" la cinghia pizzicandola come una corda di chitarra e analizzare la frequenza con una App fornita gratuitamente da Gates; viene usato per la rilevazione il microfono dello smartphone o del tablet. Proprio per la tensione richiesta, piuttosto alta rispetto alla catena, i progettisti devono studiare una sospensione posteriore e un carro che mantengano quasi costante la distanza tra corona e pignone posteriore anche con ammortizzatore affondato. Il tendicinghia è infatti fisso, se fosse a molla ne servirebbe una mostruosamente dura per compensare eventuali perdite di tensione, ma renderebbe difficile e persino pericoloso rimuovere la cinghia e reinstallarla in situazioni comuni, come in occasione di smontaggio e rimontaggio della ruota posteriore. Per quanto riguarda la sporcizia la cinghia è estremamente tollerante, tende ad espellere il fango da pignone e corona che sono cavi nel mezzo, si lava con acqua e non richiede alcuna lubrificazione, elemento prezioso per chi trova faticosi la sgrassatura/reingrassaggio della catena. La silenziosità è un altro elemento che stupisce positivamente, la trasmissione tradizionale fa effettivamente rumore, ma è difficile rendersene conto finchè non sparisce. La durata può raggiungere chilometraggi tre volte superiori rispetto alla catena in base alle condizioni di utilizzo, il prezzo è un po' più alto di una catena standard, ma equivalente a quello di una buona catena superlight. Insomma, i vantaggi sono molteplici, ma i telaisti devono essere molto competenti per poterla proporre come valida alternativa alla trasmissione tradizionale. Un saluto da Marco!:) [/QUOTE]
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