Voglio aiutarvi a completare la discussione con qualche elemento in più anche per evitare qualche considerazione fuorviante.
Qualche anno fa mi sono occupato professionalmente di analizzare la struttura di costo di un generico produttore di MTB di livello.
Qualche numero ci può aiutare nel ragionamento (tutti rigorosamente netto IVA).
Un telaio in alluminio "finito" costa di sole materie prime, manodopera diretta e ammortamenti di macchinari coinvolti nella produzione almeno 600 Euro. A questo numero bisognerebbe aggiungere tutti i costi indiretti (edificio, R&D, amministrazione, costi di marketing, tasse varie, ecc), il margine ed eventualmente tutta la componentistica con il lavoro di montaggio che questo comporta. Farlo fare in Cina costa molto di meno, farlo fare a Taiwan (dove lavorano bene) un po' meno (-30% circa). Il rivenditore può contare su un margine del 30% massimo.
Leggermente diverso il discorso sul carbonio. In questo caso si inserisce un elemento legato al premio che i clienti riconoscono alla fibra. In sostanza anche se un telaio "finito" in carbonio costa a livello di produzione (sempre soli costi diretti) tra il 50 ed il 70% in più rispetto a quello in alluminio (dipende anche dalle quantità prodotte, in questo caso le economie di scala sono particolarmente importanti). I potenziali clienti riconoscono un valore ulteriore al carbonio di almeno il 20% sul costo di produzione.
Passando alla pedalata assistita le differenze che vedo è sostanzialmente una e cioè il costo di approvvigionamento della parte elettrica che può variare e anche molto a seconda delle quantità acquistate, il Bosch acquistato da Niccolai non costerà mai così poco come quello acquistato da Cube.
Per quanto detto prima l'ingresso nelle "elettriche" del carbonio mi sembra, al momento, più legato a cogliere il plusvalore commentato prima che a reali necessità di alleggerimento.