Che ricordassi io, dai miei pochi studi di fisica al liceo, la non conservatività dipende dalla presenza di attriti. Puo' essere? E' questo che indichi fattore resistenza?
Mi pareva di ricordare che, in un campo non conservativo, cambia il lavoro che occorre per andare da A a B nelle due maniere, velocita' costante o, diciamo, "cammellata".
Se questo non è vero, son messo male.
Lasciando da parte la definizione fisica che non e' molto intuiitiva, la conservativita' di un campo vettoriale viene valutata in base a differenze di traiettorie, non di velocita'.
Quindi in questo caso stiamo parlando d'altro.
Che un sistema di propulsione consumi meno andando a velocita' costante invece che variabile sarebbe da dimostrare, e comunque dobbiamo fissare qualcosa, che e' il tempo totale impiegato sullo stesso percorso o appunto la velocita' media che ne deriva.
In generale dipende dal tipo di propulsione.
Ti faccio un esempio: esistono gare di risparmio alla guida in cui vince chi effettuta lo stesso percorso entro un tempo minimo col minor consumo.
Si e' notato che per motori a combustione endotermica i migliori risultati si sono avuti con una strategia fatta di vigorose accelerazioni seguiti da tratti in folle a motore spento.
Questo perche' un motore endotermico gia' per il solo stare in moto consuma di suo ed ha suoi attriti interni, quindi facendo cosi' per una parte di tempo venivano eliminati parte degli attriti.
Poi vi e' un regime di funzionamento che e' quello a massima efficienza, ed e' quello appunto da usare per le accelerazioni. Se andiamo invece a velocita' costante sotto a tale regime, lavoriamo sempre in una condizione in cui il motore rende meno.
Con questo volevo dire che:
- non necessariamente andature cammellate sono peggiori in termini di consumo ristetto ad altre a velocita' costante.
- citare un campo non conservativo non e' molto pertinente, in quanto e' riferito a percorsi e non andature.
- occorre analizzare i rendimenti di ogni parte resisteiva, meccanica, elettronica ed elettromeccanica ed usarle per fare l'integrale dell'energia totale consumata per ogni andatura considerata.
Mi viene da pensare che un motore elettrico brushless, per tenere la velocita' costante rispetto alla pedalata, dovrebbe dare forti picchi di potenza in presenza dell'angolo morto dei pedali, e quindi aumenterebbe il lavoro cammellato del motore per avere questa condizione, non in termini di sua velocita' di rotazione, ma di erogazione di potenza. Ed in un sistema composto da motore brushless "tipo bici" e sua elettronica di controllo immagino che questa non sia una condizione ottimale in termini di rendimento, in quanto e' probabilmente piu' quello che si disperde in un picco positivo di quanto si guadagna in un picco negativo, per motivi un po' complessi da spiegare.
Ho piu' esperienza su motori a controllo di posizione e velocita' tipo stepper, in quanto per lavoro scrivo driver e relativo firmware di pilotaggio per questi, ma qualche informazione sui modi di funzionamento di motori brushless multifase la ho comunque, quindi credo che pressapochisticamente le cose stiano cosi'.