Scusatemi ma vorrei tornare alla mia prima domanda: quale è il componente tra pompante e pinza che rende un impianto migliore di un altro? Entrambi o uno prevale sull'altro?
È necessario specificare cosa si intende per "migliore", per una risposta completa.
Se è logico che i due componenti devono essere progettati per lavorare assieme, quindi volume e corsa del pompante in relazione agli stessi della pinza, si potrebbe intendere che tutti gli impianti siano funzionali, dal punto di vista della potenza, al loro scopo.
Ora, possiamo avere un pompante (inteso nella sua interezza, quindi una leva completa) con un rampa di compressione più adeguata ad un certo tipo di utenza piuttosto che ad un'altra, per esempio più o meno progressivo nella sua corsa e quindi nella sua risposta alla pinzata. Ciò che determina queste caratteristiche sono il diametro del pompante (più è grande, più "pronta"sarà la risposta) legato alle camme di rinvio che ne comandano la corsa rispetto la leva che pigiamo, queste ultime su molti impianti regolabili entro certi limiti.
Altro fattori affatto trascurabili sono l'ergonomia, dettata dalla posizione, forma e possibilità di regolazione della leva, gli ingombri compresa l'uscita della tubazione, tipo e forma dell'attacco al manubrio. Anche la scelta del fluido ha la sua importanza per manutenzione ed ecologia.
A mio avviso, Shimano è lo stato dell'arte in generale per quanto riguarda questo componente, con master cylinder diametro 10mm. Unico scotto la possibilità di invertirlo (dx vs sx) perchè non capovilgibile. Ma è per questo (come gli altri con vascetta superiore) che funziona bene e richiede pochi spurghi.
La pinza: se il corpo delle monolitiche (in pezzo unico, non due semigusci uniti da viti) può essere considerato superiore dal punto di vista strutturale per maggior rigidità, dall'altro richiedono lavorazioni multiple e complesse per realizzare i canali di passaggio del fluido, in particolare se hanno più di 2 pistoni, per assicurare la contemporaneità della loro fuoriuscita e relativo ritorno.
Pistoncini: la regola dice che più sono grandi più "spingono", ma la dimensione determina, oltre la modulabilità, anche la loro tenuta e guida sui q-ring, quindi la durata della prestazione nel tempo.
Possiamo considerare che lo stato dell'arte siano le pinze a 4 pistoni, pur se quelle a 2 non si possano considerare morte.
Certo non troveremo più 2 pistoni di 28mm di diametro, com'erano i Julie da XC (!), gli Incas sono ø 26mm, i TheOne 25mm, per citare pinze da gravity, anche perchè i dischi hanno oramai pista ribassata.
Tra i 4 pistoni possiamo scegliere tra i 14/16 dei Guide; 15/16 dei Code; 14/17 dei Direttissima; 15/17 di Shimano; i 16/18 dei V4 Hope; i 17/17 di Magura 7 e Hayes Dominion; i 18/18 dei
Cura. Per il materiale si spazia dalla resina fenolica, alla ceramica (Shimano), all'alluminio.
A mio avviso la miglior pinza attuale è la Magura a 4 pistoni, neo i magneti che trattengono le pastiglie.
Tutto 'sto pippone comunque serve a poco, non sono i diametri dei pistoni che determinano la bontà di un freno ma l'interezza del sistema: è abbastanza esplicativo che i freni ritenuti attualmenti più potenti, cioè i Direttissima Trickstuff, hanno il master cylinder di 9mm di diametro e coppie di pistoni 14/17, come i Code o i Guide di SRAM (1mm di differenza su uno dei pistoni, ok...) ritenuti "buoni per andare a prendere il pane"...