ciao a tutti, sono tornato e sono vivo, la forcella non mi è scoppiata in faccia e funziona anche abbastanza bene.
avete scritto in tanti e rispondere a tutti potrebbe aprire tutta una serie di sottodiscussioni difficili da gestire, perciò proseguo qui per tutti.
dunque, se siete d'accordo limiterei la discussione sul senso di percorrenza a mtb tradizionali e a pedalata assistita. quello che succede con pedoni, motociclisti, cavalieri e animali selvatici a mio parere esula dal forum.
qualcuno ha citato i bike park. la situazione dei bike park potrà sorprendere ma, se non sono recintati e non sono presenti tornelli agli ingressi, salvo particolari situazioni, chiunque può accedere ai sentieri. in effetti si paga per accedere alla funivia, e la bellezza e la
cura dei sentieri sono semplicemente un incentivo ad acquistare il giornaliero, ma nessuno mi vieta di salire dalla strada con un furgone o pedalando e poi scendere da tutte le piste che voglio per tutto il giorno. persino a finale ligure, dove i furgonatori hanno formato un cartello che escobar al confronto semba un liceale, possono impedire alle decine di enduristi che nei weekend pedalano su dal melogno di scendere dai sentieri che loro manutengono con grande cura.
questo per quanto riguarda il senso di marcia consueto.
se invece a qualcuno, solitario o in gruppo, grazie all'aiuto del motore elettrico, decide di percorrere i sentieri in salita si creano situazioni di potenziale pericolo.
come ho già scritto, dipende da quello che succede, e da come ci si comporta dopo.
per andare nel concreto, parto da quanto scritto da emmellevu: "
Uno può anche pensare che le regole siano sbagliate, però fa il santo piacere di rispettarle. Se no, quando centrerà me scendendo a bombazza da un sentiero ... poi (se mi fa del male) girerà tutti i tribunali d'Italia."
ritorniamo a finale ligure: i sentieri non sono segnati nè in un senso che nell'altro, niente cartelli di divieti ne segnalazioni di nessun tipo. io parto dall'alto, diciamo dell'H che è un sentiero notoriamente molto veloce, cosi vediamo subito lo scenario peggiore e più verosimile. sono piuttosto scarso e scendo, diciamo, ai 40 all'ora mentre lui sale, diciamo, ai 10 all'ora. facciamo 15, che li secondo me si può fare. dietro ad una curva a sinistra, una curva ceca, me lo trovo davanti e sbattiamo a più dei 50 all'ora, braccio rotto io e gamba rotta lui e, indipendentemente da quello che ci diciamo e da come ci caviamo dalla situazione, lui decide di farmi causa (tralasciamo che magari glie la ho già fatta io
).
come finisce?
che si va in tribunale e, nella necessità di stabilire chi dei due stesse facendo la cosa giusta e chi quella sbagliata, si cercano prove. prove come le centinaia di segmenti strava o tracce gps che vanno nella stessa direzione, prove come le testimonianze dei furgonari che dichiarano che quel sentiero viene sempre fatto percorrere in una sola direzione, prove come le testimonianze di altri biker che diranno la stessa cosa, e le decine di foto che si possono portare a testimonianza.
questo costituisce una consuetudine, ovvero "un comportamento costante ed uniforme, con la convinzione che tale comportamento sia doveroso o da considerarsi moralmente obbligatorio" e, molto probabilmente, porta una delle due parti a vincere la causa.
inoltre l'atteggiamento "non sapevo" o "se non c'è un cartello faccio come mi pare" non è una strategia vincente.
la morale, badate bene, non è chi vince o chi perde in tribunale. è che certi comportamenti sono potenzialmente pericolosi e se possibile andrebbero evitati.
attenzione però, io non sono un "puro", di violazioni a consuetudini e leggi ne ho fatte mille e di qualcuna porto ancora le cicatrici, ma ero consapevole di essere dalla parte del torto e di stare rischiando, e mai mi sarei sognato di sostenere che non essendoci cartelli che vietavano espressamente quello che stavo facendo, avevo quindi ragione.